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Longevità: come invecchiare bene

Le donne e gli uomini del nostro tempo hanno ricevuto l’enorme dono di una vita molto più longeva rispetto al passato; il tutto è avvenuto in modo inaspettato e, soprattutto, senza che vi sia stata una “progettazione”.

 

Si è creato un mix positivo di fattori ambientali (alimentazione, qualità dell’habitat, modalità di lavoro, ecc.) e di fattori clinici (sia sul versante preventivo che curativo), che hanno portato a guadagnare molti anni rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto. Il tutto è stato vissuto quasi come un evento naturale e non si sono messi in moto meccanismi che ci facessero comprendere la dimensione umana dell’evento e, quindi, nemmeno le responsabilità che ciascuno di noi ha rispetto a questo “nuovo” tempo di vita, per renderlo un tempo pieno di significato.

 

VIVERE A LUNGO IN BUONA SALUTE

Umberto Veronesi nel bel volumetto intitolato “Longevità” (edizioni Bollati Boringhieri) ci offre indicazioni importanti per invecchiare bene, dettate da un’enorme esperienza clinica, ma anche dalla soggettività.

Per capire il libretto basta scorrere le prime righe, dove scrive: “La longevità è insieme desiderio e timore”; tutto il testo si dipana tra questa polarità e le cose da fare, perché prevalgano gli aspetti positivi, quelli del desiderio, cioè che sia possibile vivere un’esistenza lunga in buona salute.

 

L’IMPORTANZA DELLA RICERCA

L’impegno della scienza e della medicina è di chiarire i meccanismi dell’invecchiamento e della longevità: l’epidemiologia ci dice che oggi circa il 10% degli individui con più di 65 anni presenta limiti della propria autonomia; sono persone che sono state colpite da varie malattie croniche, le quali hanno esercitato nel tempo un’influenza negativa sulle capacità di vita autonoma. Il numero dei disabili tende ad aumentare, perché cresce il numero delle persone in età avanzata, con conseguenze sia sul piano soggettivo (l’anziano sente di non possedere più la libertà di agire secondo le proprie preferenze), sia sul piano oggettivo (la famiglia in primis, ed anche la collettività, devono gestire il peso affettivo, organizzativo ed economico di persone che hanno bisogno di essere accompagnate ed aiutate nelle normali attività della vita quotidiana).

Studiare quali processi fisiologici oppure patologici portino ogni persona, ogni animale a invecchiare e morire significa anche ricercare le cause di ciò che mette in pericolo la salute e ciò che, invece, sembra utile a preservarla.

Perché alcuni sono più fragili, si ammalano spesso e non vivono a lungo? Perché altri raggiungono i novanta, cento anni e non cadono mai o quasi mai nel trauma della malattia, delle disabilità, non hanno mai avuto bisogno di cure e possono raccontare di non essere mai entrati in un ospedale? Rispondere a queste domande può chiarire molto sui tumori, sull’aterosclerosi, sul Parkinson, sulla malattia di Alzheimer; significa scovare i processi o le caratteristiche che proteggono i “fortunati”, per provare a estendere i vantaggi alla maggioranza della popolazione.

 

OGNI GIORNO UN NUOVO TRAGUARDO

Ma anche ciascuno di noi deve mettere del proprio per invecchiare bene! Come sempre nella vita non è mai opportuno seguire decaloghi rigidi, ma è, invece, utile ispirarsi ad alcuni modelli di fondo per adattarli alle circostanze di ciascuno. Allo stesso modo sono da evitare tutti i “venditori di sogni”, che propongono soluzioni magiche per “vivere 120 anni”; sono imbrogli costosi, che, tra le più rilevanti conseguenze negative, hanno anche quella di distogliere la persona dalle proprie personali potenzialità e responsabilità per mantenere il più a lungo possibile una vita in buone condizioni. Queste responsabilità sono ampiamente descritte nel libro di Veronesi; in particolare la nostra attenzione deve concentrarsi sull’attività mentale e sull’attività fisica, anche in età avanzata, come veri “elisir di lunga vita”.

Umberto Veronesi così conclude il suo scritto: “Amare il desiderio e la voglia di ottenere ulteriori risultati, e la sensazione di non essere ancora arrivati alla meta. Spostarla sempre più in là, la meta”. Dobbiamo mantenere il corpo e la mente attivi attraverso l’esercizio, perché possiamo raggiungere i traguardi sempre nuovi che la vita pone continuamente davanti a ciascuno di noi.