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È possibile invecchiare bene

Il mix tra struttura genica e stile di vita può portare a risultati di grande livello

 

La stampa e i mezzi di comunicazione riportano con frequenza casi di persone che, in età avanzata, hanno prestazioni psicofisiche eccezionali.

 

Spesso guardiamo a questi esempi con un misto di ammirazione e di scetticismo. Molti sono, infatti, i fattori che regolano il processo di invecchiamento e possono esprimersi in maniera diversa in un individuo o l’altro, producendo la grandissima gamma di comportamenti nelle diverse età della vita.

Uno degli impegni più complessi della medicina moderna è chiarire il più possibile l’insieme di fattori che regolano, nel tempo, le prestazioni psicofisiche; però vi è ancora molto da fare su questa strada.

Indicazioni importanti vengono anche da singoli casi, che, se analizzati con attenzione, possono fornire informazioni preziose.

 

In questa prospettiva, di seguito presento due diverse situazioni che indicano modalità eccezionali di invecchiare; rappresentano modelli in grado di dare informazioni utili anche a chi non vuole raggiungere livelli straordinari, ma solo vivere bene, in autonomia, anche in età molto avanzate.

 

Recentemente un’importante rivista scientifica ha descritto il caso di un ciclista di 105 anni che ha stabilito un tempo record per gli ultracentenari.

Il dato è di interesse sul piano biologico, perché conferma la possibilità che, grazie all’esercizio intenso, si possa mantenere un buon livello di performance fisica anche in età molto, molto avanzata. Nulla di nuovo, si potrebbe dire, perché sempre più frequentemente siamo informati sulle potenzialità del nostro organismo anche in età che in passato si ritenevano senza speranza. Vi sono casi particolarmente fortunati, nei quali il mix tra struttura genica e stile di vita ha portato a risultati di grande livello; però queste situazioni sono sempre più frequenti, anche tra le persone “normali”, indicando un complessivo, importante miglioramento della vita in età avanzata. Ma quello che interessa di più rispetto al ciclista francese 105enne è che ha dichiarato di ritenere ancora migliorabile il suo record e che ci proverà molto presto, entro il 106esimo anno. Sono dichiarazioni coraggiose, che indicano come, dietro alle prestazioni fisiche, ci sia sempre un cervello che le guida e che stimola l’individuo a non fermarsi. Ovviamente... non tutti potranno imitare il ciclista francese, ma tutti possono porsi obiettivi di miglioramento delle proprie condizioni, in sintonia con il personale livello di salute di ciascuno.

 

Un secondo caso riguarda una suora che ho osservato durante la presentazione di un libro; non ha perso una battuta delle relazioni dei tre oratori della serata (per un totale di ben un’ora e mezza)! Non ha mai assunto un atteggiamento sonnolento né mai si era distratta. Alla fine mi sono avvicinato per chiedere l’età a questa attentissima uditrice (non sempre è un passaggio facile, quando non si tratta di un rapporto di cura!). Pensavo attorno agli ottanta e già mi sembrava che le funzioni uditive e intellettive fossero ottime anche per quell’età. Per rispondermi si è alzata di scatto dalla sedia, senza alcuna difficoltà, mi disse di avere 99 anni, quasi cento, e commentò in maniera appropriata la mia relazione.

In tanti anni di lavoro con gli anziani ritengo di non aver mai incontrato una persona vicinissima al secolo di vita in condizioni così buone; infatti ha conservato una buona funzione fisica (in geriatria si studia il modo col quale una persona si alza da una sedia), un udito ed una vista in grado di garantire una buona relazione con l’ambiente, una capacità di pensiero e di azione come una sessantenne. Mi sono posto la domanda di quale sia stata la storia personale della suora che le ha permesso di sconfiggere le crisi dell’età: spero di tornare a festeggiare i suoi 100 anni e allora le porrò alcune domande. Ma, forse, non riceverò risposte esaurienti: la vita ha ancora, nonostante il grande progresso della scienza, aree, dove il nostro pensiero razionale non riesce ad entrare.

 

Per questo motivo ciascuno è per buona parte padrone del proprio futuro, purché sia convinto che la sua libertà va conquistata con determinazione, non rinunciando mai a vivere coraggiosamente.

 

Marco Trabucchi - in collaborazione con ProfiloSalute

(Gruppo di Ricerca Geriatrica - Brescia)

 

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